I nodi dell’economia, del lavoro e dello sviluppo sono quotidianamente al centro del dibattito e del confronto politico.
Il Parlamento, dopo il voto per Referendum e per le Amministrative, dovrà avviare concretamente la strada delle riforme. Il tema del welfare è sempre più critico con il crescente aumento dei prezzi, dell’inflazione e delle bollette dell’energia.
Il Presidente del Consiglio si accingerebbe a incontrare le parti sociali e i Sindacati. Questi ultimi hanno un elenco di richieste socio economiche che difficilmente potranno
essere tutte accolte. L’insieme delle rivendicazioni, infatti, sono finanziarie, mentre
come è noto il premier Mario Draghi e il ministro dell’economia Daniele Franco sono contrari a nuovi debiti e a uno scostamento di bilancio.
Riportiamo questa riflessione: Quando il bonus diventa malus: 113 mld per sostegni improduttivi dì Giampiero Catone, Presidente del Consiglio Nazionale di Verde è Popolare, il nuovo Partito nato il 2 Aprile
Nella società che affronta un nuovo riposizionamento della globalizzazione nell’era digitale, serve una consapevolezza della universalità della realtà e degli obbiettivi legati a una cultura dell’ambiente che sia saldata ai principi della centralità della persona, al suo valore essenziale e al rapporto che l’unisce alla famiglia e alla comunità.
Verde è Popolare, (www.verdeepopolare.it), è un Partito di Centro che ha l’obiettivo di avvicinare i giovani, gli ambientalisti, ispirati dalla Laudato Si’ di Papa Francesco, con i Popolari, i Democristiani, coerenti con i principi etici e i valori politici di Don Luigi Sturzo e Alcide De Gasperi: due grandi Testimoni del passato, che sono attualissimi con i loro insegnamenti per ispirare la Politica ad affrontare la crisi della società della globalizzazione, sempre più carente di valori etici e cristiani, per presentare nel nostro Bel Paese e in Unione Europea, proposte di legge e soluzioni per il Bene Comune nell’era digitale.^
Quando il bonus diventa malus: 113 mld per sostegni improduttivi
dì Giampiero Catone*
da www.ladiscussione.com del 05/Giugno/2022
Solidarietà senza sprechi
C’è un tema che nostro giudizio cruciale. Quello della solidarietà verso persone e famiglie, verso le piccole imprese e lavoratori autonomi in affanno. Quel mondo di persone laboriose e impegnate che però hanno avuto grandi difficoltà nei due anni della pandemia e nel 2022 per i riflessi negativi della guerra in Ucraina.
Se in difficoltà, se impegnate a ritrovare la via di un ritorno al lavoro e alla produzione, quei fondi dati dallo Stato sono davvero utili e sacrosanti. Sono necessari per la crescita del Paese.
Bonus conto da 113 miliardi
Ma c’è da riflettere se davvero 113 miliardi sono spesi bene o incentivano solo un disimpegno
improduttivo i cui effetti sono oggi un nuovo problema. È infatti passata sotto tono, e comunque fuori dal grande dibattito, l’analisi fatta dal Centro studi della società Cgia di Mestre che scandaglia numeri, contesti socio economici, scende nei dettagli del mondo produttivo, analizzando le scelte del Parlamento e della politica con analisi acute, temute per la loro franchezza, serietà intellettuale. Nel suo ultimo studio la Cgia si chiede se i Bonus elargiti dallo Stato non siano davvero troppi e anche assegnati in modo poco razionale.
I principali Bonus economici vigenti sono, infatti, poco più una quarantina e in questo ultimo triennio (2020- 2022) si stima che costeranno allo Stato almeno 113 miliardi di euro (per la precisione 112,7).
Consensi politici facili
Come rivela la Cgia, stiamo parlando dei Bonus introdotti in buona parte dagli ultimi due esecutivi per fronteggiare gli effetti economici negativi su alcuni comparti produttivi, verso le famiglie, i lavoratori dipendenti e agli autonomi. Nella sua riflessione la Cgia sottolinea – a parte le situazioni oggettive di difficoltà -: “molti sussidi sono stati erogati anche a chi non ne aveva alcun bisogno, altri ancora sono stati introdotti solo per ‘riscuotere’ un consenso politico immediato”. Insomma parole chiare, inoltre la Cgia fa una osservazione, che il dibattito politico ignora.
“Riteniamo che sia giunto il momento di razionalizzarne la spesa”, propone il Centro studi della società di Mestre.
I tempi cupi che arriveranno
Le motivazioni per cui bisogna razionalizzare una spesa improduttiva di 113 miliardi sono serie.In primo luogo percorsi alle prossime e ampie difficoltà che ci attendono e lo scrive anche la Cgia, quando evidenzia che “lo scenario economico e sociale che si sta prefigurando è sempre più cupo”, bisogna prepararsi con serietà.
L’economia non sarà salvata dai Bonus o da scelte che non spingono una maggiore produttività.
Le misure che l’Europa o le condizioni di una geo politica sempre più instabili e imprevedibili, potrebbero peggiorare di parecchio la tenuta dei nostri conti pubblici.
È una eventualità che in pochi dicono perché magari nessuno vuole fare il pessimista, ma la politica non si fa con la magia dell’ottimismo.
Sappiamo già dove hanno portato le chiacchiere su “decrescite felici” e altre trovate.
Di fronte ad una situazione così delicata che passa da scenari di Pil in salita e altri in rapida discesa, bisogna recuperare risorse a sostegno del lavoro, delle imprese, della produttività e di quanti saranno impegnati in una sfida per tenere l’Italia nel mondo dei Paesi industrializzati.
Vogliamo usare le giuste parole della Cgia che non sono né polemiche, né interessate alle carriere politiche personali.
“Solo da una ‘sforbiciata’ delle uscite per i Bonus potremmo trovare le coperture necessarie per alimentare nuove politiche economiche di natura espansiva”.
Il rischio di instabilità
Queste parole accorate su come spendere bene i fondi dello Stato rischiano di rimanere però inascoltate e chiuse in pubblicazioni e statistiche.
È un errore perché arriverà un momento che i 23 milioni di lavoratori italiani non riusciranno con il loro impegno a garantire la stabilità di un Paese che pretende di avere tutto, senza però chiedersi se ancora può davvero permetterselo.
*Presidente del Consiglio Nazionale del Partito Verde è Popolare (www.verdeepopolare.it)
^ Premessa, corsivo e grassetto a cura della Comunicazione del Comitato Scientifico Fondazione Democrazia Cristiana/Fiorentino