Nella mattinata di martedì 24 maggio, i Vescovi riuniti per la loro 76ª Assemblea Generale hanno proceduto all’elezione della terna per la nomina del Presidente, secondo quanto previsto dallo Statuto (art. 26, § 1).
Papa Francesco ha nominato Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il Card. Matteo Maria Zuppi, attuale Arcivescovo di Bologna.
A dare l’annuncio ai Vescovi è stato il Card. Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, che ha dato lettura della comunicazione del Santo Padre.
il Card. Matteo Maria Zuppi è Romano, nato l’11 Ottobre 1955, sacerdote dal 1981, pronipote del Cardinale Carlo Confalonieri, è stato eletto Vescovo ausiliare di Roma da Papa Benedetto XVI il 31 gennaio 2012 e consacrato il 14 aprile successivo dal Cardinale Agostino Vallini, allora Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma. Papa Francesco lo ha nominato Arcivescovo metropolita di Bologna il 27 ottobre 2015 e lo ha creato Cardinale di Santa Romana Chiesa nel concistoro del 5 ottobre 2019.^
Il Card. Matteo Maria Zuppi, nuovo Presidente della CEI si presenta alla prima Conferenza stampa: la pastorale degli ultimi di Antonino Giannone*
La notizia della nomina del card. Matteo Maria Zuppi a Presidente della CEI accende in tutti noi Cattolici italiani molte speranze.
Al Card. Zuppi, nel suo percorso di Pastore della Chiesa, viene riconosciuta una profonda umanità e spiritualità come persona, ma anche una Leadership Servant e di Pace con una profonda conoscenza dei problemi economici, del mondo del lavoro e dei bisogni delle persone più fragili. A nome mio personale e di tutti gli 89 Membri del Comitato Scientifico della Fondazione Democrazia Cristiana/Fiorentino Sullo, e del Presidente della Fondazione: on. le Gianfranco Rotondi, formulo i migliori Auguri di buon lavoro al cardinal Matteo #Zuppi, che possa guidare la CEI con la più affidabile Leadership ed Etica di cui è dotato.
Una scelta importante di una Persona, di un Sacerdote che ha già dimostrato le sue grandissime doti umane e la vicinanza evangelica agli ultimi.
Riportiamo alcune considerazioni che il cardinale Matteo Zuppi, nella sua prima conferenza stampa da presidente della Cei, al termine dei lavori dell’assemblea generale dei Vescovi. (https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/cei-cardinale-zuppi-conferenza-stampa-assemblea-generale). Sul modo in cui la Chiesa italiana intende rafforzare la tutela dei minori dagli abusi: ha dichiarato che è “una strada nuova, una strada fatta di “serietà, chiarezza e giustizia” nell’accertamento dei casi e di vicinanza al dolore delle vittime (“la Chiesa è dalla loro parte”). Senza sfuggire alle responsabilità o nascondere alcunchè.
L’incontro con i giornalisti è servito per illustrare il comunicato finale dei lavori e per soffermarsi su alcuni temi dell’attualità. Oltre a quello della tutela contro gli abusi, anche la guerra in Ucraina e le guerre dimenticate, la messa al bando delle armi nucleari, la situazione e le emergenze italiane, la complessa questione del fine vita. E naturalmente il Cammino sinodale.
Molta parte delle domande dei giornalisti, però, hanno riguardato la piaga della pedofilia. Zuppi ha ricordato le decisioni dei vescovi, in assemblea: rafforzamento della rete dei servizi e delle equipe diocesane, rafforzamento dei centri di ascolto presenti nel 70 per cento delle Chiese locali della Penisola. E poi le due novità:
-un report nazionale sulle attività di prevenzione e formazione e sui casi di abuso segnalati o denunciati alla rete dei Servizi diocesani e interdiocesani negli ultimi due anni (2020-2021), report che sarà effettuato da due istituti universitari di criminologia e vittimologia e che si spera di poter presentare entro il 18 novembre prossimo (poi diverrà annuale).
- – e un’altra ricerca, questa volta condotta su un periodo temporale più ampio, dal 2000 al 2021, in collaborazione con la Congregazione per la Dottrina della Fede. In quest’ultimo caso sarà possibile poi conoscere e analizzare, in modo quantitativo e qualitativo, i dati custoditi presso la medesima Congregazione, garantendo la dovuta riservatezza.
Alla domanda sulla guerra in Ucraina, il cardinale ha risposto: “Spero crei consenso il piano di pace dell’Italia, che diventi europeo”. Non bisogna ragionare “solo con la logica delle armi ma trovare una composizione diplomatica e questo richiede la collaborazione di tutti”. È “auspicabile tutto ciò che va verso il dialogo“, “il più grande diritto è quello alla pace“. “Non possiamo abituarci alla guerra perché sarebbe una tragedia. È uno scandalo per i cristiani. E nel caso dell’Ucraina è uno scandalo in più perché la guerra è tra Paesi cristiani”. E sempre a proposito di armamenti, il porporato ha aggiunto: “Faremo tutto quello che serve per continuare a insistere sulla ratifica dell’Italia al trattato Onu per la messa al bando delle armi nucleari. Nessuno si può abituare all’idea che si riparli di guerra nucleare”. Allo stesso modo non bisogna dimenticarsi delle altre guerre. “L’Afghanistan, ad esempio, è come se non esistesse più”.
Una domanda ha riguardato anche le questioni legate al fine vita. Si era già al termine della conferenza stampa e Zuppi ha notato: “Problema troppo complesso per affrontarlo in pochi minuti. La dottrina della Chiesa è nota. Siamo vicini a chi soffre”.
Infine il cammino sinodale. La Chiesa italiana, sulle orme di Papa Francesco, vuole essere sempre più Chiesa dell’ascolto, nella quale il sinodo ed il metodo sinodale portino ad escludere “ogni referenzialità” per essere sempre più vicino alle persone. Lo ha detto il card. Matteo Zuppi nel corso della prima conferenza stampa, al termine dell’assemblea generale dei vescovi italiani. “È una scelta importante della Chiesa e non è solo un cammino interno. Sono incontri con i tanti compagni di viaggio, la Chiesa ascolta si sente compagna di viaggio”, con l'”ascolto” la Chiesa vuole essere “madre che vuole ripartire dal camminare insieme”, per “trovare risposte a tanta sofferenza e tante domande di senso e di futuro”.
Zuppi ha ricordato, quindi, indicato alcune delle emergenze che il paese sta attraversando. Tra queste quella degli anziani, “le principali vittime della pandemia” ed ora della guerra in corso.
“La Caritas è estremamente preoccupata -ha detto- su vari aspetti come l’assistenza domiciliare, l’accesso ai medicinali ma anche il disagio abitativo, i morti sul lavoro e la violenza sulle donne, senza dimenticare le migrazioni e la tragedia delle morti in mare. Poi vengono i giovani e le loro malattie che definirei relazionali”. “Su tutto questo – ha concluso – non dobbiamo spegnare i riflettori”.
^ Premessa della Comunicazione del Comitato Scientifico Fondazione Democrazia Cristiana/Fiorentino Sullo.
*Antonino Giannone, Prof. Leadership and Ethics, Presidente del Comitato Scientifico Fondazione Democrazia Cristiana/Fiorentino Sullo.