Si avvicina la fine del semestre bianco e quindi la data per le elezione del nuovo Presidente della Repubblica .
I politici evitano di rispondere ai giornalisti che fanno domande su chi vorrebbero come Presidente.
Pubblichiamo (fonte https://www.huffingtonpost.it/ 1/10/2021 19:17 CET ) questo articolo Perché Berlusconi è il solo politico che può farcela per il Quirinale
di Gianfranco Rotondi^ che ha il coraggio di formulare pubblicamente una sua ipotesi e previsione e che spiega con trasparenza (virtù etica) perché Silvio Berlusconi, la sola candidatura del centrodestra, è al momento il Politico che potrebbe garantire una soluzione modello- Napolitano *
Perché Berlusconi è il solo politico che può farcela per il Quirinale di Gianfranco Rotondi
Due parole tra noi sul tema del momento, Silvio Berlusconi al Quirinale. Anzitutto, momento vanità: oggi l’Italia tocca l’argomento, i lettori di HuffPost ne sono stati da me edotti da almeno un anno. Fine dello spot, torniamo a Silvio for president.
Formalmente la sua candidatura è stata avanzata solo dal sottoscritto, a Saint Vincent, all’annuale raduno degli ultimi democristiani, di cui Berlusconi è oltretutto presidente d’onore, carica che ha onorato anche la scorsa settimana, intervenendo telefonicamente al nostro convegno.
Ma non ci prendiamo in giro: la candidatura di Berlusconi è nelle cose, altrimenti i giornali non starebbero a parlarne. Qualcuno ha persino suggerito a me e ad altri di non parlarne: così i candidati si bruciano, mi hanno sussurrato. Niente di più falso: si bruciano i candidati di Palazzo, i parrucconi nascosti in equilibrio tra notabili e salotti. Quelli sono candidati da nascondere e tirare fuori all’ultimo nano secondo utile.
I candidati come Berlusconi sono politici e si stagliano sulla circostanza con la loro storia, al di là della loro stessa volontà.
Si dirà che questi candidati non ce la fanno mai. Vero. I candidati politici sono stati eminenti: Nenni, Moro, Fanfani, Andreotti, Forlani, D’Alema, Prodi. Nessuno di loro ce l’ha fatta, ma non per questo non se ne è parlato a suo tempo. Se ne è parlato, e tanto, perché le candidature politiche sono quelle da cui obbligatoriamente parte il risiko del Quirinale. Nè esse falliscono perché se ne è parlato troppo, o troppo presto. Falliscono perché la politica è fallita prima di loro, è incapace di rappresentarsi in un carisma unitario.
Forlani o Andreotti avrebbero salvato la Prima Repubblica dal giustizialismo, D’Alema o Prodi avrebbero protetto la Seconda Repubblica dal populismo.
La loro sconfitta l’hanno pagata proprio quelli che li hanno sconfitti.
Oggi è il turno di Berlusconi. È il solo politico che può farcela. Per tante, troppe ragioni.
Primo: il centrodestra può perdere i comuni, ma governa tutte le regioni, è maggioranza nel Paese, e sarebbe demenziale eleggere un presidente contro questa maggioranza, percorsa peraltro da pulsioni rabbiose e ben diverse dal moderatismo democristiano e berlusconiano.
Secondo: il centrodestra ha quasi la maggioranza dei grandi elettori , ne mancano una cinquantina, e Silvio Berlusconi ha relazioni insospettabili nel partito democratico e persino nel movimento Cinquestelle e in Leu. Può farcela.
Terzo: Berlusconi capo dello Stato è una soluzione naturalmente provvisoria. Finirebbe il mandato a novantatré anni e non ne ha voglia. Accoglie con un sorriso le lusinghe di chi lo candida al Quirinale, ma in fondo non ha mai accettato la sfida. Ne avverte il peso.
Applicando al toto-Quirinale le regole di santa romana Chiesa, direi che la debolezza anche fisica di Berlusconi è la sua forza. È il solo a poter garantire una soluzione modello Napolitano, ossia un mandato breve, con dimissioni anticipate, magari subito dopo l’approvazione di quella riforma presidenzialista che il centrodestra annuncia da decenni.
Se Silvio sarà presidente, è presto per dirlo. Ma certamente la sua è la sola candidatura del centrodestra che ha un suo perché.
^ Deputato di Forza Italia, Presidente della Fondazione Democrazia Cristiana/Fiorentino Sullo e Socio Fondatore di “Verde è Popolare”.
* Premessa e grassetto a cura della Comunicazione del Comitato Scientifico della Fondazione Democrazia Cristiana/Fiorentino Sullo