Abbiamo piacere di pubblicare un Report sul dibattito politico nel Convegno di Saint Vincent: E’ Tempo di Transizione, promosso da Gianfranco Rotondi, Presidente della Fondazione Democrazia Cristiana/Fiorentino Sullo, dal giornale La Discussione e dal gruppo parlamentare di Forza Italia.
Pubblichiamo Oltre il bipolarismo un centro forte e verde di Giuseppe Mazzei, Direttore del giornale La Discussione che sintetizza efficacemente le posizioni espresse dai politici di diversa ispirazione culturale sulla questione posta da Verde è Popolare, un’auspicabile sintesi tra la cultura dei Popolari, dei Democrstiani e dei Verdi , quelli che hanno una nuova e moderna visione dell’ambientalismo che non alza i muri alla transizione ecologica e che vuole mettere sempre al centro la Persona e la sua dignità, come è nella tradizione del Popolarismo di Don Luigi Sturzo: Servire la Politica e non servirsi della politica.
Al Convegno si sono collegati anche Antonio Taiani e il Presidente Silvio Berlusconi. Pubblicheremo i loro contributi successivamente.
A nostro avviso a Saint Vincent, sono state poste le basi perché la Mission dei 6 pilastri culturali del Comitato Scientifico della Fondazione Democrazia Cristiana/Fiorentino Sullo possa avere una platea più ampia con l’inserimento di nuovi Esperti ambientalisti e di Giovani Millennials, ispirati dalla Laudato Si’ di Papa Francesco, per studiare ed esaminare i progetti della Transizione ecologica, dell’agroecologia integrale e dell’etica ecologica in pratica della tutela del Creato^.
Oltre il bipolarismo un centro forte e verde di Giuseppe Mazzei
da La Discussione 24 Ottobre 2021
La transizione su cui riflette il convegno de La Discussione parte dall’analisi di ciò che non ha funzionato nella politica italiana. E il punto di svolta da cui si parte è la fine della prima Repubblica e, in particolare, la scomparsa della Democrazia cristiana.
Latransizione su cui riflette il convegno de La Discussione parte dall’analisi di ciò che non ha funzionato nella politica italiana. E il punto di svolta da cui si parte è la fine della. Prima Repubblica e, in particolare, la scomparsa della Democrazia cristiana.
LA Dc è morta e non potrà più tornare dice Rocco Buttiglione. E aggiunge: bisogna tornare allo spirito del partito popolare e ripartire dalla politica locale, dal dialogo diretto con la gente riportando la passione politica dove essa oggi. L’alta astensione colpisce in maggioranza la componente moderata dell‘elettorato che oggi non sa più dov’è il centro del sistema politico. Su questo punto c’è una grande convergenza tra i relatori.
Guido Crisetto, in collegamento telefonico, lo dice chiaramente serve un grande centro forte. Ma non una nuova Dc precisa Nello Musumeci. Almeno però il nome potrebbe tornare nelle liste elettorali insiste Totò Cuffaro che con passione rivendica il diritto di far valere le ragioni di un partito che ha pagato troppo per i suoi errori. C’è un vuoto, una mancanza di offerta politica sostiene Augusto Minzolini perché l’area moderata non è adeguatamente presente nell’agone politico mentre il fallimento di populismo , sovranismo e demagogia è apparso evidente nell’incapacità della gestione della pandemia. È stato a che il fallimento di una politica dell’effimero, della proiezione nevrotica sui social media, dell’incompetenza aggiunge Paola De Micheli.
In questa diagnosi spietata sui difetti del bipolarismo che non ha funzionato e che va superato inevitabile porsi il problema della legge elettorale. Ne serve una che faccia leva sull’identità e non sulla confusione politica afferma con decisione Giuseppe Gargani e non può essere una legge maggioritaria in tutto o in parte. Si deve tornare al sistema proporzionale per assicurare la rappresentanza di forze capaci di esprimere una visione politica coerente.
E questo è indispensabile se si vuol ricostruire un’area moderata. Chnon dovrebbe accontentarsi del 20% dei consensi ma puntare molto più in alto, afferma Ubaldo Livolsi descrivendo le sfide dei prossimi anni. Serve una crescita robusta basata sul lavoro e capace di disperare le diseguaglianze aumentate in modo preoccupante e inaccettabile.
Diseguaglianze che sono anche il prodotto di una globalizzazione che va guidata e gestita con maggiore oculatezza, sottolinea Rocco Buttiglione che ricorda la necessità che la politica sia un passo più avanti rispetto al.popolo. E che sappia individuare strumenti nuovi per governare la transizione ben descritti da Paolo Prisco.
Un nuovo ruolo dello Stato si imporrà e dovrà far tesoro dell’esperienza migliore delle Partecipazioni statali ha affermato Vincenzo Sanasi d’Arpe ricordando che la transizione ecologia è una cambiamento di portata storica pari a quello della rivoluzione industriale. Non saranno necessarie solo ingenti risorse economiche ma serviranno anche energie morali che dovranno sempre mettere al centro della politica il fine del bene comune e della persona intesa come individuo che dialoga e si inserisce in una comunità ha affermato don Gianni Fusco.
La transizione ecologica, insiste don Fusco, deve essere basata su un’ecologia antropologica. Quindi verde deve essere anche popolare e personalista.
Una sfida che deve essere al centro di una nuova visione dell’ambientalismo su cui con passione si è soffermata Paola Balducci insistendo sulla necessità di riunire tutto l’ambientalismo italiano, superando vecchi steccati e dando vita ad una grande aggregazione moderata e riformatrice.
Un Balena verde? Perché no?
^ Premessa e grassetto sono a cura della comunicazione del Comitato Scientifico della Fondazione Democrazia Cristiana/Fiorentino Sullo.