In questa fase complessa della società e della storia umana per conflitti, riposizionamento geopolitico delle grandi potenze: Stati Uniti d’America, Cina, Russia e conseguentemente degli altri Paesi, specialmente quelli che posseggono le armi nucleari, in una fase della storia nella quale l’umanità sta affrontando le emergenze sanitarie ed economiche della Pandemia del Covid19, ci rendiamo conto che per un giovane che si sta formando a scuola e all’università non e’ facile guardare con fiducia e serenità al suo futuro. Decisamente più favorevoli erano le prospettive per chi era giovane negli anni ‘60 e poi, ancor prima dell’era digitale e della globalizzazione.
Coerenti con la Mission culturale e di Formazione del Comitato Scientifico, riportiamo questo articolo di Suor Anna Monia Alfieri, che serve a dare fiducia ai Millennials e a non scoraggiarsi. Per fare questo, l’amica Suor Monia, riporta come esempio, l’insegnamento ecumenico di Madre Teresa di Calcutta, che aveva una Visione da Cristiana che andava oltre ogni confine etnico e religioso.
Suor Monia Alfieri, conosciuta a livello nazionale, è impegnata da numerosi anni per tutelare il ruolo delle scuole paritarie e cattoliche, ed è un esperta del sistema dei costi standard nella scuola che ha dimostrato i vantaggi economici per lo Stato di utilizzare le scuole paritarie, che erroneamente o volutamente sono denominate scuole cattoliche, soltanto perché sono gestite per la maggior parte da enti e organizzazioni cattoliche. Una tale tutela consentirebbe allo Stato, di evitare un enorme danno finanziario, nel caso che gli Studenti dalla scuola paritaria, costrette a chiudere come sta accadendo, passassero alla scuola statale; inoltre consentirebbe a uno Stato di Diritto di rispettare il principio della libertà di educazione dei Genitori e degli Studenti, principio che in realtà da sempre una gran parte della ideologia della sinistra politica non intende rispettare. ^
Madre Teresa, una donna straordinaria. E’ davvero difficile concentrare in poche battute i pensieri che nascono in me pensando a lei. Ci provo, tentando di fare una sintesi, soprattutto pensando ai giovani e al loro futuro, perché sia più equo e giusto, insomma più umano. Parto citando le sue parole: “Qual è la peggiore sconfitta? Scoraggiarsi!”. Parole di straordinaria attualità.
Spesso, infatti, anche nel compiere il bene, il rischio è quello di scoraggiarsi, perché sono necessari tanta determinazione, metodo e costanza proiettati nella lunga durata; a volte si sperimenta anche molta solitudine, mentre si devono gestire le naturali resistenze al cambiamento che vengono dai fronti più diversi. E’ allora necessario mantenere quell’umiltà che aiuta però a discernere i saggi consigli che vanno colti nel mare magnun delle cose che debbono essere lasciate cadere.
Per non scoraggiarsi occorre un sano realismo. E’ necessario riconoscere che queste dinamiche sono naturali, scontate, ovvie, nella Chiesa come nello Stato, nella vita matrimoniale come nella vita religiosa, nel pubblico come nel privato, nessuna realtà umana ne è indenne. Ecco perché si deve necessariamente sospendere il giudizio e ritornare all’”opzione fondante”, ossia il momento in cui si decide di compiere la scelta che sarà per tutta la vita. Nella consapevolezza, però, che questo è solo il punto di partenza di un percorso tutto in salita.
Lo scoraggiamento non è solo la forma più evidente della resa ma anche quella del tradimento dell’ideale.
Madre Teresa non si fece distrarre neanche dai potenti del mondo, dal premio Nobel, dai riconoscimenti che impiegava in modo funzionale al bene primario, restando fedele alla propria identità individuale e collettiva, sino alla morte. Anche questo vuol dire attraversare la crisi senza perdere la propria identità, scoraggiandosi. Occorre sempre ricordare il filo rosso che lega gli eventi delle nostre vite.
Per gli eroi della vita, come Madre Teresa di Calcutta e tanti altri, spesso questo filo rosso è una libertà donata, perché adulta, capace di responsabilità ma anche di corresponsabilità, cioè di presa in carico dell’altro, costi quel che costi.
Usque ad sanguinis effusionem, si diceva un tempo.
Che il ricordo di Madre Teresa serva a tutti noi per tornare ai fondamenti delle nostre vite, delle nostre scelte, del nostro prenderci cura dell’altro. Solo così riscopriremo il nostro essere semplicemente uomini.
^ Premessa e grassetto, a cura della Comunicazione del Comitato Scientifico della Fondazione Democrazia Cristiana/Fiorentino Sullo