70 Associazioni scrivono ai Senatori per modificare il testo del Decreto Legge ZAN.
Pubblichiamo il contributo della Sen. Paola Binetti del Gruppo Forza Italia – UDC che ha spiegato alla stampa, il giorno 1 Luglio, i contenuti della lettera delle 70 Associazioni che, con Polis Pro Persona (www.polispropersons.com), hanno presentato ai Senatori della Repubblica.
70 Associazioni scrivono ai Senatori per modificare il testo del Decreto Legge ZAN.
Il commento della Sen. Paola Binetti
Anche oggi (1 luglio) in Senato si è parlato di legge Zan: lo hanno fatto settanta Associazioni rivolgendosi ai senatori per esprimere il loro punto di vista; le loro preoccupazione e l’assoluta necessità di modificare il ddl così come è venuto dalla Camera. Cose ormai note: le criticità si annidano negli articoli 1, 4 e 7 e rendono impossibile per molti di noi votare una legge che è confusa e pasticciata sotto il profilo scientifico; comprime le libertà individuali fondamentali, ma limita fortemente anche la libertà di insegnamento; in piena contraddizione con vari articoli della nostra Costituzione sottrae ai genitori la responsabilità primaria, indelegabile, di essere i principali educatori dei propri figli e fa di un modello di famiglia decisa mente minoritario l’espressione di un pensiero dominante con una vera e propria operazione di propaganda.
Questo e molto di più si è detto nella Conferenza stampa di oggi, aprendo orizzonti di preoccupazione che vengono dai tanti, tantissimi, iscritti alle varie Associazioni. Nessuna violenza da parte di queste associazioni nell’esprimere il loro pensiero e le loro criticità; profondo rispetto per tutti, ma anche una chiara e approfondita capacità di distinguere tra posizioni e culture diverse. Oggi è stato possibile.
Nel caso della approvazione della legge Zan sarebbe rischioso e comunque sarebbe delegato ad un magistrato, per valutare che peso abbia avuto nel dibattito la qualità intrinseca di una differenza che ha le sue radici nella stessa natura umana, ma che fino ad oggi si è riflessa anche nella cultura popolare italiana. ” Lo afferma la senatrice Paola Binetti, UDC, che insieme a molti colleghi ha preso parte alla Conferenza stampa.
“La lettera consegnata ai senatori ha il suo incipit proprio nella laicità dello stato e nella scelta di un unico modello educativo fatto dagli estensori della legge; una scelta che punisce chi dissente mettendo mano a sanzioni penali tutt’altro che irrilevanti. Eppure, si fa notare, la scienza e il suo insegnamento in Italia sono liberi a norma dell’articolo 33 della nostra Costituzione e non si possono imporre teorie scientifiche, tanto più quando non sono neppure compitamente definite. Ma anche la libertà di associazione potrebbe essere compromessa se tra i fini delle stesse associazioni ci fosse, ad esempio, la difesa della famiglia naturale e una concreta opposizione a pratiche quali l’utero in affitto, fosse pure denominato come gestazione sociale. O se si insistesse a precludere l’accesso alla procreazione medicalmente assistita a persone single o coppie lesbiche, come sta avvenendo in questi giorni in Francia con la nuova legge sulla Bioetica. Forse perfino il dibattito che si svolge in contesti di alto profilo come il CNB o nel corso di Dottorati o Master universitari potrebbe essere tacciato di essere discriminante e in quanto tale docenti e partecipanti potrebbero incorrere nell’accusa di omofobia o trans-omofobia e quindi essere sanzionati, perchè non allineati a quel pensiero dominante su cui ruota la conclusione dell’articolo 4. E a proposito di laicità. È stato sottolineato come in molti accordi con religioni diverse da quella cattolica, si dice espressamente che quando determinati ddl toccano principi, idee e stili di vita, che sono prassi nelle religioni in esame, vanno previamente discussi con i loro dirigenti, In modo non dissimile a quanto si fa quando si discute con le parti sociali tutto ciò che riguarda il lavoro; o con le associazioni di pazienti per quanto attiene alla salute e alle malattie rare. E’ il bello della democrazia, da sempre alla ricerca di un punto di mediazione il più alto possibile, per non incorrere il rischio di essere e di apparire filo – totalitaria.”
^ A cura della Comunicazione del Comitato Scientifico Fondazione Democrazia Cristiana/Fiorentino Sullo.