Da oltre 10 anni Popolari e Democristiani hanno tentato in più occasioni di riaggregasti insieme in un nuovo soggetto partitico. Durante questa legislatura abbiamo assistito alle piroette politiche del M5S nei due Governi di Giusepoe Conte: prima giallo verde con la Lega di Salvini, poi giallo rosso con il PD di Zingaretti e adesso nel governo di quasi unità nazionale di Mario Draghi, Manca, da molti anni ormai, una presenza di una rappresentanza politica unitaria dei Cattolici Popolari e Democristiani con un riferimento partitico. Da mesi, assistiamo a movimenti tattici di Matteo Renzi, di Carlo Calenda, dello stesso Giuseppe Conte che vorrebbe portare al Centro il M5S, e del PD affidato da poco al nuovo Segretario Enrico Letta: tutti che vorrebbero rappresentare l’elettorato moderato di Centro e che in gran parte non va a votare, ma tutti che non osano dichiarare chiaramente di voler essere “alternativi alla destra nazionalista e populista e distinti e distanti dalla sinistra senza identità”. Questa dichiarazione e identità è stata manifestata, sin dal 18 gennaio 2020 a Roma, dalla Federazione dei Popolari e Democristiani (FPDC) che ha come Presidente l’On. le Giuseppe Gargani, nella presentazione nell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria, e poi in più Eventi. Alla FPDC aderiscono, oltre a numerose Associazioni e Movimenti culturali di volontariato, anche partiti politici post Democristiani come UDC, NCDU, aggregazioni di Cristiani in politica e il Partito DC, presieduto dal Senatore Renzo Gubert, partito che si considera erede di continuità storica della grande Democrazia Cristiana di Alcide De Gasperi anche se questa eredità è contestata da altri e numerosi eredi virtuali. In ottobre u.s. ci sono state:
-la nascita di INSIEME con alla base il Manifesto di Stefano Zamagni che comprende realtà associative e politiche come Costruire Insieme, Rete Bianca e numerose altre Associazioni;
-l’iniziativa a Saint Vincent di Gianfranco Rotondi, Presidente della Fondazione Dc, La Politica cristiana dal bianco al verde che ha visto partecipi tutti i Partiti presenti in Parlamento e ha prodotto il risultato della formazione dell’intergruppo parlamentare con al centro come riferimento la Laudato Sì di Papa Francesco.
Adesso, prima delle prossime elezioni, amministrative e politiche, tutte queste “fermentazioni e dibattiti” produrranno qualche fatto concreto in politica? O No? Ci sarà il Nuovo Centro? In questo scenario, si colloca questa prima nota di riflessione di Ettore Bonalberti, sociologo, membro del Comitato politico della FPDC e che volentieri pubblichiamo per i nostri lettori e per favorire un confronto pubblico^
PRIMA IL PROGRAMMA di Ettore Bonalberti
Giorgio Merlo nei suoi interessanti interventi sul progetto di costruzione del soggetto politico nuovo di centro, nel suo ultimo articolo su “Il Domani d’Italia” (Cattolici e “centro”. Ora serve una “costituente”), propone un’assemblea costituente per superare la frammentazione politica esistente nell’area cattolico democratica e cristiano sociale.
Ho scritto all’autore che è del tutto condivisibile l’idea del superamento della diaspora di un’area nella quale “ tutti vogliono coordinare, ma nessuno vuol essere coordinato”, pensando all’assemblea costituente come lo strumento utile per tale progetto. Tuttavia, per non fallire nell’impresa, a me sembra sia indispensabile partire prima dal programma con cui ci si dovrà necessariamente confrontare, come sostengo con la mia recente indicazione della Camaldoli di programma 2021. E continuavo nella mia replica a Merlo: un’assemblea costituente che si indicesse come propone, mi pare, anche INSIEME, il partito guidato da Giancarlo Infante, senza un accordo sul programma, finirebbe col dividerci prima ancora di cominciare sul tema delle alleanze, che, tra l’altro, saranno condizionate se non del tutto imposte, ahimè, dalla legge elettorale che, alla fine, sarà scelta. In questa fase di ricomposizione della nostra area serve affermare che il centro di ispirazione DC e popolare dovrà essere: ” alternativo alla destra nazionalista e populista e distinto e distante dalla sinistra senza identità“. Trovata l’intesa sul programma, ossia sulla mediazione realistica e storicamente attualizzata tra gli interessi e i valori che si intendono rappresentare, va da sé che ci si potrà alleare con chi, trovando consonanza col nostro programma, intende difendere e attuare integralmente la Costituzione, che è il programma più avanzato possibile, soprattutto per rispondere, come direbbe Giorgio La Pira ” alle attese della povera gente” e non solo, ma anche a quelle del terzo stato produttivo architrave del sistema democratico.
Nel mio precedente articolo “ Il nostro impegno politico” ho evidenziato le priorità che emergono nell’Italia del dopo pandemia: la ricostruzione della sanità pubblica, la digitalizzazione del Paese, l’edilizia scolastica, la conversione energetica, la sicurezza idrogeologica del territorio e, prima di ogni altra cosa: la ripresa economica e dell’occupazione. Per ciascuna di queste emergenze ho abbozzato alcune idee da discutere e approfondire nella nostra Camaldoli 2021.
Certamente, mentre saremo sicuramente uniti sul piano dei valori, si tratterà di condividere le politiche economiche coerenti con i principi di riferimento della dottrina sociale cristiana, così come espressi nelle ultime encicliche sociali: Laudato SI e Fratelli tutti.
Anche noi, come fecero i padri fondatori della DC nel 1943 (prima il codice di Camaldoli, poi le idee ricostruttive della DC, di Demofilo/ De Gasperi), prima dovremo ritrovarci uniti sul programma di ispirazione democratica e popolare per il Paese e dopo, solo dopo, ci ritroveremo in un’assemblea costituente per la ricomposizione politica della nostra area. La Federazione Popolare DC è pronta per attivare questa tappa preliminare insieme agli amici raccolti attorno al manifesto Zamagni: Insieme, Costruire insieme, Rete bianca.
Dopo questa tappa programmatica ci sarà il primo impegno elettorale con le elezioni amministrative di autunno, nelle quali sarebbe auspicabile la presentazione di liste unitarie sotto lo stesso nome e simbolo di candidati dell’area cattolico democratica e cristiano sociale. Entro l’anno, infine, l’assemblea costituente, da indire con regole condivise per prepararci alla scadenza elettorale che potrebbe cadere subito dopo l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. E noi a quella data dovremo essere pronti.
Venezia, 9 Aprile 2021 Ettore Bonalberti
^ Premessa a cura della Redazione del Comitato Scientifico della Fondazione Democrazia Cristiana