Nei giorni scorsi, si è svolta una Consultazione interna tra i Membri del Comitato Scientifico della Fondazione Democrazia Cristiana sul Referendum sul Taglio al numero dei Parlamentari. Il Comitato Scientifico, pur essendo impegnato in un’attività culturale e pre-politica, in questa circostanza ha ritenuto di esprimere il proprio parere, con motivazioni e confronti svolti al proprio interno, perché lo stesso C.S. possa partecipare al dibattito e confronto a livello nazionale su questo Referendum dal cui esito potranno cambiare molti degli attuali equilibri politici e istituzionali.
Il risultato è stato il seguente: Aventi diritto N. 69 – Non votanti N. 2 – Votanti N. 67
NO al taglio del numero dei Parlamentari: Voti 59 – 88%
SI’ al taglio del numero dei Parlamentari: Voti 6 – 9% ; Astenuti N. 2 – 3%
Pertanto, nel rispetto della democrazia interna, il Prof. Antonino Giannone, Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Democrazia Cristiana, parteciperà, in rappresentanza del Comitato stesso, al Comitato Nazionale del NO al Referendum cioè del NO al taglio del numero dei Parlamentari al quale in questi giorni hanno aderito 183 Costituzionalisti
“Noi Democratici e Liberali siamo uniti, soprattutto, dall’idea di difendere la nostra Costituzione e di non consentire suoi mutamenti, che possano mettere in crisi l’intero sistema, fatto di equilibrio tra poteri e di puntuale rispetto della persona. Sono convinto che, almeno oggi, non ci sono le condizioni per ridurre il numero dei Parlamentari. Infatti, ancor prima di pensare a una scelta di questo tipo, si renderà necessario procedere alla riforma della legge elettorale. Altrimenti, in mancanza di una riforma organica della medesima materia, apprezzeremmo solo quello che, giornalisticamente, viene definito come un vero e proprio “furto di democrazia”.
Chi è impegnato sul fronte del “si” dovrà dire alla gente quale è la vera ragione, che giustifica la riforma di che trattasi.
Ridurre la forza del Parlamento significa accrescere quella del Governo. Ecco perché prima parlavo del necessario equilibrio tra i Poteri dello Stato.
I Padri costituenti individuarono il giusto equilibrio e indicarono di conseguenza il giusto numero dei Senatori e dei Deputati; ciò secondo una logica che traspare dall’intero impianto normativo.
I sostenitori del “si” dovranno spiegare a noi, che siamo democratici e liberali, che cosa è cambiato dal 1948 ad oggi.
Nulla, io risponderei, anzi….! Le esigenze della Popolazione sono notevolmente cresciute e questo, al massimo, giustificherebbe un aumento dei Parlamentari e non certo una loro diminuzione!
Ma, anche lasciando da parte il merito delle scelte parlamentari, che io pure rispetto, sta di fatto che, in una situazione politica di cui si apprezza assoluta precarietà, riforme di questo tipo non trovano giustificazione alcuna. Le riforme costituzionali debbono essere il più possibile condivise.
È questione di tutela dei Cittadini, rappresentati proprio in seno al Parlamento. Ecco perché ridurre il numero dei Parlamentari significa togliere ai Cittadini una larga parte del loro buon diritto ad essere rappresentati.”
Ufficio Stampa Comitato Scientifico Fondazione Democrazia Cristiana