Pubblichiamo questa riflessione di Filiberto Palumbo, Avvocato penalista ed ex Membro del Consiglio Superiore della Magistratura, attualmente Membro del Comitato Scientifico della Fondazione DC e candidato Sindaco del Centro Destra + Centro per la Sua città di origine: la bellissima Trani.
Riteniamo che la riflessione di Palumbo abbia più una rilevanza di carattere scientifico nell’interpretazione corretta della Costituzione della Repubblica Italiana e non è meramente quella politica di un rappresentante di Partito. Certamente, a nostro avviso, Palumbo esprime un’opinione tecnico-scientifica di rilevanza giuridica che non deve essere superficialmente classificata filo- Salvini, soltanto perché non sostiene la decisione del Governo Conte delle 4 Sinistre: PD+ M5S+ IV + LEU. Abbiamo titolato il Suo articolo ^ Proroga dello Stato di emergenza: dubbi di incostituzionalità.
Riteniamo che la riflessione di Palumbo abbia più una rilevanza di carattere scientifico nell’interpretazione corretta della Costituzione della Repubblica Italiana e non è meramente quella politica di un rappresentante di Partito. Certamente, a nostro avviso, Palumbo esprime un’opinione tecnico-scientifica di rilevanza giuridica che non deve essere superficialmente classificata filo- Salvini, soltanto perché non sostiene la decisione del Governo Conte delle 4 Sinistre: PD+ M5S+ IV + LEU. Abbiamo titolato il Suo articolo ^ Proroga dello Stato di emergenza: dubbi di incostituzionalità.
Da FB 31/luglio/2020 di Filiberto Palumbo
Ancora una riflessione sulla tenuta del provvedimento di proroga dello stato di emergenza.
Secondo Sabino Cassese, giudice emerito della Corte costituzionale, “protrarre lo stato di emergenza costituisce una forzatura, sia illegittima, sia inopportuna. Illegittima perché dichiarare lo stato di emergenza quando un’emergenza non c’è, vuol dire adottare un atto amministrativo carente del suo presupposto. Inopportuna perché produce tensioni, invece di invitare alla normalità, con gravi conseguenze per l’economia”.
Ancora una riflessione sulla tenuta del provvedimento di proroga dello stato di emergenza.
Secondo Sabino Cassese, giudice emerito della Corte costituzionale, “protrarre lo stato di emergenza costituisce una forzatura, sia illegittima, sia inopportuna. Illegittima perché dichiarare lo stato di emergenza quando un’emergenza non c’è, vuol dire adottare un atto amministrativo carente del suo presupposto. Inopportuna perché produce tensioni, invece di invitare alla normalità, con gravi conseguenze per l’economia”.
Difficile non condividere tali principi di civiltà giuridica.
TRANI. Ieri, ai piedi della nostra Cattedrale, il tema della mancanza dei presupposti per l’adozione della proroga dello stato di emergenza è stato ulteriormente approfondito.
Ne hanno ampiamente discusso il sen. Ignazio La Russa e l’on. Raffaele Fitto, invitati ad esprimere la loro opinione su alcuni temi, oggi, di maggiore interesse. Tra questi, la sapiente conduttrice del dibattito li ha invitati ad esprimere la loro opinione sull’emergenza Covid, contando sulle loro conoscenze, frutto dell’impegno del primo presso il Senato della Repubblica, ove ha diretto e partecipato allo specifico dibattito parlamentare, e del secondo, la cui qualificata attività presso il Parlamento europeo è nota. Le loro conclusioni sono state del tutto critiche nei confronti delle scelte normative, adottate di recente.
Condivido le loro opinioni che, peraltro, sono perfettamente in linea con quanto detto da Cassese qualche giorno fa. Mi permetto di aggiungere solo alcune ulteriori riflessioni.
Tra un conclamato stato di emergenza sanitaria e un mero pericolo per la salute pubblica, è possibile, oltre che corretto, apprezzare notevoli differenze; ciò sul piano dei necessari presupposti di fatto, chiamati a giustificare le scelte normative.
A tanto si aggiunga che, per porre argine a una situazione di mero pericolo per la salute pubblica, è sufficiente rispettare le norme, già predisposte dallo Stato per limitare il rischio di contagio. Inutile dire che, se l’obbligo del rispetto di tali norme incombe sul cittadino, sugli organi dello Stato e delle amministrazioni pubbliche grava l’impegno a farle rispettare.
Gli scienziati dicono che tali accortezze, al momento, sarebbero sufficienti e che andare alla ricerca di altro si renderebbe eccessivo.
TRANI. Ieri, ai piedi della nostra Cattedrale, il tema della mancanza dei presupposti per l’adozione della proroga dello stato di emergenza è stato ulteriormente approfondito.
Ne hanno ampiamente discusso il sen. Ignazio La Russa e l’on. Raffaele Fitto, invitati ad esprimere la loro opinione su alcuni temi, oggi, di maggiore interesse. Tra questi, la sapiente conduttrice del dibattito li ha invitati ad esprimere la loro opinione sull’emergenza Covid, contando sulle loro conoscenze, frutto dell’impegno del primo presso il Senato della Repubblica, ove ha diretto e partecipato allo specifico dibattito parlamentare, e del secondo, la cui qualificata attività presso il Parlamento europeo è nota. Le loro conclusioni sono state del tutto critiche nei confronti delle scelte normative, adottate di recente.
Condivido le loro opinioni che, peraltro, sono perfettamente in linea con quanto detto da Cassese qualche giorno fa. Mi permetto di aggiungere solo alcune ulteriori riflessioni.
Tra un conclamato stato di emergenza sanitaria e un mero pericolo per la salute pubblica, è possibile, oltre che corretto, apprezzare notevoli differenze; ciò sul piano dei necessari presupposti di fatto, chiamati a giustificare le scelte normative.
A tanto si aggiunga che, per porre argine a una situazione di mero pericolo per la salute pubblica, è sufficiente rispettare le norme, già predisposte dallo Stato per limitare il rischio di contagio. Inutile dire che, se l’obbligo del rispetto di tali norme incombe sul cittadino, sugli organi dello Stato e delle amministrazioni pubbliche grava l’impegno a farle rispettare.
Gli scienziati dicono che tali accortezze, al momento, sarebbero sufficienti e che andare alla ricerca di altro si renderebbe eccessivo.
E allora, rispettiamo e imponiamo il rispetto delle norme già esistenti; così come si fa nelle maggiori comunità europee, con risultati accettabili.
Per il momento ,almeno, eviteremmo un ulteriore grave danno all’economia e una altrettanto grave lesione dei diritti di libertà.
^ Redazione Stampa Comitato Scientifico Fondazione DC- Sullo
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