La transomofobia, una Proposta di Legge di Zan -Scalfarotto, contraria all’antropologia umana e cristiana
di Antonino Giannone^
Ho partecipato nei giorni scorsi ai seguenti eventi:
14 luglio: NO all’OMOFOBIA per Legge # RESTIAMO LIBERI
che si e’ svolto a Roma per la presentazione di Omofobi per Legge con Mantovano, Gandolfini, Menorello e Rappresentanti di molte Associazioni culturali Cattoliche e Laiche;
16 Luglio: in piazza Montecitorio #RESTIAMO LIBERI. In piedi contro la legge liberticida sull’omotransfobia, manifestazione organizzata da Toni Brandi e Jacopo Coghe, Presidente e Vice Presidente di Pro Vita e Famiglia onlus, primi promotori di #RESTIAMO LIBERI che si è svolta in oltre 50 città.
La prima constatazione di un cittadino e di un lettore sarebbe che, con tutte le urgenze che come Paese stiamo affrontando, in questo tempo di faticosa ripresa post Covid19, segnato da incertezze e difficoltà economiche e sociali, che probabilmente si aggraveranno nei prossimi mesi, non si comprende proprio la fretta con cui il Parlamento si prepara a esaminare la proposta di legge Zan- Scalfarotto&Boldrini&Cirinna’.
Una Pdl che intende modificare due articoli del codice penale (604-bis e 604-ter), per sanzionare reati di omotransfobia come discriminazioni, violenze o provocazione alla violenza dettate da motivi di orientamento sessuale e identità di genere.
I Vescovi italiani, nel comunicato dello scorso 10 giugno, hanno espresso un giudizio che mi sembra opportuno citare in esteso: “Le discriminazioni – comprese quelle basate sull’orientamento sessuale – costituiscono una violazione della dignità umana, che – in quanto tale – deve essere sempre rispettata nelle parole, nelle azioni e nelle legislazioni. Trattamenti pregiudizievoli, minacce, aggressioni, lesioni, atti di bullismo, stalking… sono altrettante forme di attentato alla sacralità della vita umana e vanno perciò contrastate senza mezzi termini. Al riguardo, un esame obiettivo delle disposizioni a tutela della persona, contenute nell’ordinamento giuridico del nostro Paese, fa concludere che esistono già adeguati presidi con cui prevenire e reprimere ogni comportamento violento o persecutorio”
L’articolo 604-bis del codice penale afferma che è punito «con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. I Vescovi così continuano: “……Anzi, un’eventuale introduzione di ulteriori norme incriminatrici rischierebbe di aprire a derive liberticide, per cui – più che sanzionare la discriminazione – si finirebbe col colpire l’espressione di una legittima opinione, come insegna l’esperienza degli ordinamenti di altre Nazioni al cui interno norme simili sono già state introdotte. Per esempio, sottoporre a procedimento penale chi ritiene che la famiglia esiga per essere tale un papà e una mamma – e non la duplicazione della stessa figura – significherebbe introdurre un reato di opinione. Ciò limita di fatto la libertà personale, le scelte educative, il modo di pensare e di essere, l’esercizio di critica e di dissenso”
Mons. Corrado Sanguineti, Vescovo di Pavia così ha scritto: “È chiaro che a ogni persona, qualunque sia il suo orientamento sessuale, è dovuto rispetto e vanno evitate forme odiose di discriminazione e di disprezzo, ma la modifica proposta apre la porta a interpretazioni e prassi che, come è accaduto in altri Stati che hanno norme simili, configurano dei reati di opinione e ledono gravemente la libertà di pensiero”
Secondo Religiosi e Laici non solo d’ispirazione cattolica, la legge è ambigua e pericolosa perché, con l’intento di sanzionare atti discriminatori verso soggetti che liberamente praticano scelte di vita e di orientamento sessuale, tende a privilegiare e a tutelare una certa visione della sessualità, che considera possibile e normale la dissociazione tra il sesso (maschile o femminile) e l’orientamento di genere che ognuno può assumere, in base alla percezione soggettiva di sé, non poche volte indotta e favorita dal vissuto personale, dall’ambiente sociale e culturale, o da una sottile e pervasiva ideologia che pensa la libertà come pura e continua “invenzione” e “sperimentazione” di sé.
L’obiettivo della Pdl è addirittura diffondere, soprattutto nelle scuole, questa visione che tende a essere dolcemente imposta come pensiero unico, a cui tutti devono sottostare; ci sono già esempi di prassi che tendono a utilizzare in questo senso l’educazione sessuale nelle scuole o interventi sui temi dell’omofobia e omotransfobia, spesso affidati, in modo esclusivo, a esponenti del mondo e delle associazioni LGBT e a tale riguardo è previsto un budget di 4 milioni di euro da spendere.
per diffondere questa teoria nelle scuole. Papa Francesco (3 Ottobre 2016) cosi si e’ espresso sulla Teoria del gender: “E’ il grande nemico del matrimonio. Oggi c’è una guerra mondiale per distruggere il matrimonio. Oggi ci sono – ma non si distrugge con le armi – colonizzazioni ideologiche. Pertanto, difendersi dalle colonizzazioni ideologiche e, se ci sono problemi, fare la pace il prima possibile”.
A mio avviso e di qualificati Esperti di diritto, si tratta di una proposta di legge iniqua che uccide lo Stato di diritto. Sembra davvero che il nostro Paese in questa legislatura stia procedendo verso una forma di reale Dittatura, con una maggioranza politica di Governo che vuole governare a tutti i costi chiedendo addirittura l’estensione dello Stato di emergenza e i pieni poteri, il che sarebbe una decisione incostituzionale come ha spiegato il noto costituzionalista Prof. Sabino Cassese che “i poteri speciali servono per fronteggiare un’emergenza in corso, non per prevenirne una ipotetica. Il Governo ha tutti gli strumenti per prevenire i pericoli futuri e può chiedere, se serve, misure straordinarie al Parlamento”.
Pensiamo, pertanto a proposito di questa Pdl, che sarebbe urgente un movimento di pensiero che faccia riprendere l’Antropologia Cristiana da anteporre ad altre antropologie ideologiche che sono contro la persona e la sua dignità, contro la famiglia naturale e che emergono nella Pdl sulla Transomofobia di Zan – Scalfarotto.
“Noi tutti siamo figli di un uomo e di una donna”
Ci possono essere soggetti che vivono una fatica, a volte temporanea, nel riconoscimento della propria identità sessuale, che avvertono una sorta di frattura tra ciò che sono, dal punto di vista del sesso (maschile o femminile), e ciò che sentono. Resta comunque un dato di realtà da cui non si può prescindere, come se noi potessimo assumere qualsiasi forma di vita e di affettività. Inoltre le forme di fecondazione in coppie dello stesso sesso introducono sempre figure doppie e artificiali, giungendo a configurare una paternità e una maternità giuridica, accanto a quella biologica, o addirittura a ridurre il grembo di una donna a “contenitore” di un figlio destinato a essere dato ad altre persone, che a volte, non hanno nessun legame genetico con il neo-nato: un figlio venduto, ridotto a oggetto, con caratteristiche scelte in cataloghi offerti da sollecite agenzie, in un “business” squallido e disumano, che lede la dignità del nascituro e della donna gestante!
La giornalista e amica Costanza Miriano, nel parere che le è stato chiesto dalla Commissione Giustizia della Camera circa il ddl Zan, così si e’ espressa: «Tra le tante parole spese nei ddl non ho letto le più utili e le più necessarie: cosa si intende per omofobia. Non è ammissibile ritenere discriminatoria qualsiasi affermazione di differenze basate sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere, quando, invece, il principio di uguaglianza presupporrebbe di trattare in modo uguale situazioni uguali; e in modo ugualmente differente situazioni differenti. E’ evidente che una coppia eterosessuale aperta alla vita è totalmente diversa da una coppia dello stesso sesso che non può concepire una nuova vita … Se guardiamo ai Paesi dove leggi simili sono in vigore, l’esito è spaventoso: padri di famiglia in carcere per un’immagine sulla felpa (Francia), Vescovi incriminati per l’espressione delle verità professate, dipendenti pubblici licenziati per un “like” (Spagna), per non parlare dei Paesi di “common law” (l’ostetrica sollevata dall’incarico per aver detto che solo le donne partoriscono, in Gran Bretagna, idem per l’eroe dei pompieri Usa, capo del corpo nazionale, perché sostenitore del matrimonio uomo donna). Su temi valoriali discriminare, cioè distinguere, non solo non può essere reato, ma è un diritto intoccabile e sacro: giudicare – le azioni, non le persone – è ciò che dice come stiamo nel mondo, dove io – e quelli che la pensano come me – abbiamo lo stesso diritto di cittadinanza degli altri».
Mons. Corrado Sanguineti, Vescovo di Pavia così ha scritto: “Oltre alla libertà di pensiero, va riconosciuta la libertà di proporre una concezione della vita e dell’agire umano, che comporta anche una valutazione morale degli atti e delle scelte. Questo diritto appartiene innanzitutto alla famiglia, ai genitori che nell’educazione dei figli trasmettono una visione dell’esistenza e cercano di far maturare la capacità di un giudizio morale. In questo senso, non può e non deve diventare un reato perseguibile per legge il fatto che dei genitori esprimano ciò che riconoscono come vero ed essenziale: per esempio che in natura si è uomini o donne, che la famiglia nasce dal matrimonio, come unione di un uomo e di una donna, che un bambino ha diritto a nascere in una coppia stabile con le due figure chiare del padre e della madre. Lo stesso diritto va riconosciuto alle comunità religiose o di altra ispirazione, nella formazione dei propri aderenti e fedeli: qui entra in gioco la libertà religiosa, che è parte della libertà di pensiero e di espressione, riconosciuta nelle moderne democrazie. In Italia il Concordato (art. 2) tra Repubblica Italiana e Chiesa Cattolica garantisce «ai cattolici e alle loro associazioni e organizzazioni la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione».
Se richiamiamo il Magistero dei Pontefici così si sono espressi:
San Giovanni Paolo II «una democrazia senza valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo»; Benedetto XVI «si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie», e infine Papa Francesco, che abbiamo già richiamato con riferimento alle tematiche del “gender”, ha ulteriormente precisato più volte il rischio di «una colonizzazione ideologica» e di «un pensiero unico» che tende ad affermarsi, schiacciando culture e tradizioni di popoli e di nazioni. Troppo grave è il rischio che surrettiziamente si introduca un reato di opinione e che venga meno un libero e critico confronto di idee e di concezioni dell’umano.
Penso che queste argomentazioni siano sufficienti per convincere Cattolici e Laici ispirati cristianamente che non vogliano soltanto continuare a restare in poltrona ad ascoltare le notizie in TV, ma che finalmente vogliano preoccuparsi di esprimere pubblicamente la loro contrarietà a un cambiamento così radicale e contrario all’antropologia umana e cristiana. Il ddl Zan- Scalfarotto&Boldrini&Cirinna’ se sarà approvato, da questa maggioranza politica di sinistra: PD+M5S+IV+LEU finirà per ledere il diritto delle famiglie, delle associazioni, delle comunità religiose, a esprimere con libertà il proprio pensiero e a offrire indicazioni etiche ai propri familiari, ai propri membri.
^ Prof. Leadership and Ethics
^ Presidente Comitato Scientifico Fondazione DC