Gli uomini passano, le idee restano e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini…
Fiorentino Sullo, nacque a Paternopoli, in provincia di Avellino, il 29 marzo 1921 da genitori di Castelvetere sul Calore, il padre Clorindo, maestro elementare insegnava in quel periodo nel comune natio, mentre la madre Giulia Emilia Calienno era una casalinga.
Frequentò le scuole elementari e medie a Castelvetere sul Calore, continuando gli studi ad Avellino, dove seguì gli studi ginnasiali e liceali presso il Convitto nazionale Pietro Colletta. Si iscrisse poi al corso di studi in lettere e filosofia presso l’omonima facoltà universitaria dell’Università di Napoli, laureandosi con il massimo dei voti nel gennaio del 1944, con una tesi sulla storia del risorgimento. Dal 1944 al 1946 insegnò storia e filosofia negli istituti superiori. Iscrittosi quindi, di nuovo a Napoli, ove si laureò in giurisprudenza nel marzo del 1949, con una tesi in scienze delle finanze.
Fu eletto all’Assemblea Costituente nel 1946 per la Democrazia Cristiana. Durante la sua carriera politica non condivise neanche la posizione della DC in occasione del referendum sul divorzio, quando abbandonò la Democrazia Cristiana a seguito di contrasti con il segretario Amintore Fanfani. La corrente politica nella quale militava non lo difese dalla campagna diffamatoria che si era scatenata contro di lui nel suo collegio elettorale e che prendeva di mira la sua vita privata. In realtà, il vecchio pettegolezzo sull’omosessualità di Sullo era stato amplificato fin dal 1960 a opera del settimanale di destra Il Borghese per screditare il politico, e fu alimentato anche da esponenti del suo stesso partito.
In contrasto con i politici della nuova generazione come De Mita, Mancino, Bianco, Gargani, De Vito, Fierro, provò a far rinviare il congresso provinciale che avrebbe potuto sancire la sua sconfitta. Ma Piccoli, all’epoca segretario nazionale, gli impose di celebrare l’assise, e De Mita ebbe definitivamente il sopravvento.
Il 12 ottobre 1963, in accordo con il presidente del Consiglio Giovanni Leone, nominò la commissione di inchiesta sul disastro del Vajont, che si insediò due giorni dopo, con il compito di accertare le cause della catastrofe.
Lasciò la DC il 28 marzo 1974 e aderì al PSDI. Non partecipò alle elezioni politiche del 1976, ma si ricandidò nelle elezioni politiche italiane del 1979 con il PSDI, venendo nuovamente eletto deputato. Fu nominato consigliere di Stato dal IV Governo Andreotti nel 1978. Si ricandidò nel PSDI nel 1979 rientrando così a Montecitorio. Nel corso di quella legislatura prese le distanze dal PSDI e quindi rientrò nel partito di provenienza.
Negli ultimi anni si stabilì a Salerno, malato di diabete. Fino al 1981 fu presidente della commissione permanente Lavori Pubblici di Montecitorio. Il 7 gennaio 1982 Sullo lasciò il PSDI e, a seguito di una riappacificazione con De Mita, in agosto rientrò nella DC. Ripresentatosi alle elezioni politiche del 1983 come candidato della DC, fu rieletto alla Camera per la nona volta. Dopo lo scioglimento anticipato delle Camere del 1987 decise di non ripresentarsi e si ritirò dalla vita politica, che perdurò sino alla sua morte avvenuta a Salerno il il 3 Luglio 2000.
Ufficio Stampa Comitato Scientifico Fondazione DC